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Miguel Amoros: PRIMITIVISMO E STORIA. Pagine 72, € 7,00.

Parlando di primitivismo bisogna distinguere tra chi cerca di conoscere le società arcaiche per trovare armi concettuali con cui affrontare il mondo e trasformarlo, e chi nei modi di vita selvaggi cerca l’innocenza e la beatitudine perdute nel corso della storia. In un caso si tratta di sviluppare la critica sociale e dimostrare che altri modi di vivere sono possibili; nell’altro si tratta di un’ideologia autocompiacente che nasconde il conflitto sociale e impedisce che giunga alla coscienza degli sfruttati.

La natura non è depositaria della verità ma solo del lato selvaggio. E la civiltà non è solo il luogo della menzogna ma anche della storia. La natura riotterrà i propri diritti solo quando l’uomo sarà libero, e sarà libero solo quando sarà in grado di controllare il proprio operato, vale a dire quando i poteri creati da lui e indipendenti da lui – lo Stato, l’Economia… – saranno distrutti.

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Miguel Amorós nasce ad Alcoi (Alicante) nel 1949. Fin dal ’68 partecipa a vari gruppi anarchici e autonomi e dopo aver subito il carcere sotto la dittatura franchista va in esilio in Francia dove conosce Jaime Semprun, scrivendo assieme a lui i testi di Los Incontrolados. Collabora con Debord nella campagna a favore dei prigionieri anarchici, ripubblicando il manifesto “Ai libertari”, e tra il 1984-94 è redattore della rivista Encyclopédie des Nuisances. Negli ultimi vent’anni ha pubblicato numerosi libri sulla storia del movimento operaio spagnolo nella guerra civile del 1936-39 e su questioni attuali quali la critica dello sviluppo legata ai movimenti contro le nocività, contribuendo ad approfondire la critica antindustriale. Per Nautilus ha pubblicato La città totalitaria (2009), L’alta velocità marcia (2012) e Prospettive antindustriali (2015).

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